Burning Mouth Syndrome (Sindrome della bocca urente)

La Burning Mouth Syndrome (BMS) o sindrome della bocca urente è tuttora un quadro clinico enigmatico sia per il paziente che per il dentista.

E' infatti una sindrome caratterizzata da dolore bruciante (urente) su labbra, lingua o mucose orali senza segni che possano motivare questo dolore (nessuna lesione, nessuna ustione..). Esistono diverse patologie del cavo orale che comportano bruciore e, per questo, la diagnosi di BMS si fa per esclusione. Appurato che il paziente non sia affetto da candidosi cronica, da forme pemfigoidi, da eritroplachia piuttosto che da stomatiti ulcerative ricorrenti (tanto per citare solo alcune patologie orali che provocano bruciore), il medico sa di essere in presenza della BMS, l'unica tra le tante possibili affezioni del cavo orale in grado di provocare dolore urente senza segni clinici.

Recenti studi mettono in luce come la BMS colpisca il 5% della popolazione, con una prevalenza nel sesso femminile. Quasi tutti i pazienti affetti hanno in comune un trauma affettivo da distacco che ci porta a concludere come la sindrome sia strettamente correlata con ansia, stress e depressione.

COME SI CURA LA BMS?

La letteratura scientifica al riguardo è molto confusa: ciò che è comunque assodato, è il fatto che il medico/dentista si avvalga della collaborazione col patologo orale, col neurologo, con lo psicologo e con altri specialisti (questo dimostra ancora una volta la complessità che sta alla base di questa patologia).

In molti casi si somministrano, in modo non proprio giustificato, i più classici e tradizionali farmaci ansiolitici, neurologici o addirittura psichiatrici ottenendo fallimenti o risultati parziali.

Attualmente la strategia migliore per curare la BMS si è dimostrata la somministrazione di capsaicina, cioè peperoncino rosso. Benchè possa sembrare un paradosso, essa è molto efficace nel trattamento del dolore cronico in quanto agisce sui recettori ancestrali di fibre mieliniche che quindi liberano la sostanza P che provoca tachifilassi. Tradotto in modo semplice, la capsaicina agisce su recettori dolorifici modificando la loro attività e togliendo quindi quella sensazione di bruciore.

La capsaicina andrebbe assunta con 3 o 4 sciacqui al giorno per 30 giorni, per poi esser sospesa gradualmente.

Naturalmente, sottolineo l'importanza della diagnosi differenziale in quanto se si somministra la capsaicina a un paziente che in realtà non è affetto da BMS ma da un altra patologia (specialmente con lesioni orali), gli effetti sarebbero molto gravi e dolenti.

C.T.